Thursday 28 May 2009

The straw that broke the camel's back




In questo blog, come avrete notato, non si parla di politica, lo fanno gia' molti altri e probabilmente non saprei essere neppure altrettanto sferzante od arguto, pero' questa volta l'occasione era troppo ghiotta.

La vicenda e' la solita che sta tenendo piede in Italia nelle ultime settimane. E la domanda da porsi e' se effettivamente questa sara' la goccia che fara' traboccare il vaso, o come dice The Independent la paglia che ruppe la schiena del cammello.

Non conosco The independent non essendone lettore, potrebbe essere l'articolo di un quotidiano particolarmente partigiano, per cui preferisco segnalare anche un lucido e sconsolante articolo del Financial Times.

Da parte mia, e per tenere fede allo stile di questo blog, ho cercato una qualche verita' nell'origine delle parole ed in una sorta di nomen omen nascosto ho trovato noemi = moine.

Ai posteri (ed agli elettori) l'ardua sentenza.

Sunday 24 May 2009

Button your fly




Vladimir: [Stopping.] True. [He buttons his fly.] Never neglect the little things of life.

Una nuova messa in scena di Waiting for Godot e' uno degli appuntamenti teatrali londinesi di questa stagione. Mi e' venuta voglia di andare a vederlo, per cui ho iniziato a leggere la storia, giusto per non rischiare di non capire nulla. Ero appena a pagina due, quando buttons his fly rientra nella mia vita.

Lo aveva gia' fatto nell'estate del '92, quella delle olimpiadi di Barcelona, della campagna elettorale di William Jefferson Blythe III, detto Bill, Clinton, dello scandalo Woody Allen-Mia Farrow, e di Nemo che solcava per la prima volta l'oceano per andare ad imparare un po' d'inglese dal classico zio d'America.

Button your fly recitava una T-shirt della Levis che avevo comprato, senza sapere il significato della scritta, in un gigantesco affascinante sberluccicante, per quei tempi e per quell'eta', mall.

Se non conoscete il significato della frase, forse un'idea ve la possono dare gli spot che furono girati da Spike Lee (il '92 fu anche l'anno del suo MalcomX)



Lasciando da parte il significato letterale di fly, tradurrei "abbottonati i pantaloni", anche se ingentilisce un po' la frase originaria.

Probabilmentene ne avessi conosciuto il significato, non avrei comprato la maglietta che comunque ancor oggi e' ottima per il jogging...magari in Italia pero', dove, lettori di questo blog a parte, button your fly credo non dica niente a praticamente nessuno! ;)

Tuesday 19 May 2009

Tipsy




Ma e' possibile che gli inglesi non abbiamo mezze misure? O non ti considerano, non ti guardano negli occhi ne' ti stringono la mano, oppure sono dei grandi amiconi. La differenza ovviamente la fa, come avrete gia' immaginato, l'alcohol.

Un paio di domeniche fa sono uscito con alcuni nuovi amici; dopo la cena, una curry night, siamo finiti in un pub che a me piace molto, per quello che c'e': un camino, un camino vero, con vera legna che arde (cosa che qui e' una rarita' non so se per la preoccupazione di possibili incendi, perche' non ci vogliono perdere tempo dietro o per ridurre i fumi) e per quello che non c'e': la ubiqua moquette (the carpet, per inciso).

Come in molti pub, ogni tanto fanno anche musica dal vivo, e quella sera un gruppo suonava musica country.

Abbiamo trovato posto proprio di fronte ai musicisti, separati da loro da uno spazio che era stato ricavato per ballare, e ci siamo seduti. Dopo poco una signora che ballicchiava in mezzo alla pista ci ha avvicinato e con una scusa si e' messa a parlare con noi; ed in 5 minuti ci ha raccontato che quella sera festeggiava il suo compleanno...che anni prima si era sposata in un castello....che era stata a Londra per il we... che il marito le aveva appena regalato vestito e scarpe nuove, insomma vita morte e miracoli. Sinceramente so piu' cose di lei che di molti colleghi con cui condivido l'open space da tre anni!

Ci ha confessato anche che era un po' tipsy, ovvero slighty drunk, non troppo in effetti visto che era ancora in grado di distinguere ;), e poi e' passata alle domande: da dove venivamo, che lavoro facevamo, se ci piaceva il vestito che le aveva regalato il marito, se la ragazza seduta accanto a me fosse la mia spouse ...Il tutto inframezzato da ripetuti baci, tanto da far commentare ad una ragazza sicula che "neppure da noi ci si bacia cosi' spesso!".

Sunday 10 May 2009

I'm just about to go




Oltre alle parole strane, alle curiosita' e alle frasi idiomatiche, forse dovrei dedicare un po' di tempo anche all'inglese "parlato dagli inglesi", che alla fine e' quello che fa la differenza tra un inglese da turista e uno da "native".

Qualche giorno fa ho sentito questa espressione: I'm just about to go.

Era verso fine giornata, un collega voleva parlare con un altro ma quest'ultimo ha replicato che aveva solo pochi minuti a disposizione perche' stava per andare via.

Io me ne sarei uscito con frasi tipo "I was thinking to go home" o "Sorry, I'm going home", che adesso mi sembrano impresentabili rispetto alla semplicita', pulizia ed anche, in un certo senso, educata assertivita' di quel I'm just about to go con cui adesso vi saluto ;)

PS del 15/6/09: pare che le ultime parole del gesuita e grammatico francese Dominique Bouhours siano state I am about to go - or I am going to - die; either expression is used.

Tuesday 5 May 2009

UneasyJet/2




Se scopriste che una compagnia low-cost vi fa pagare il biglietto il 20% piu' caro del dovuto come la prendereste?

In questi giorni stavo guardando i prezzi dei voli dall'Italia verso l'Inghilterra per degli amici che hanno deciso di venirmi a trovare.

Il biglietto Easyjet costa un certo tot, piuttosto alto ma il periodo e' quello estivo, per cui non si puo' pretendere troppo anche se da una low cost mi aspetterei comunque qualcosa di meno. Allora mi viene in mente di controllare il prezzo in sterline e scopro che e' molto inferiore, di circa il 20%!

Non ci vuole molto a dedurre che e' il prezzo di cambio a fare la differenza. Oggi la sterlina e' a circa 1.1 sull'euro mentre EasyJet lo cambia a circa 1.3! Manco le banche, che notoriamente non sono delle onlus, lo tengono cosi' alto.

E' vero, c'e' il non trascurabile particolare che per poter fare l'operazione si deve avere a disposizione un conto in banca in UK ma sono sicuro che nel caso veniate a trovare un amico od un parente sara' piu' che contento di anticipare per voi, avendo in cambio degli euro che tornano sempre utili a chi vive da questa parte della Manica. Insomma, come piace dire nelle aziende, una win-win situation!

PS1: per gli appassionati del genere, vedasi anche UneasyJet
PS2: ovviamente non ho nulla contro Easyjet, e' solo che volando con loro scopro le loro "magagne" ;) Penso lo stesso trucchetto si possa applicare, o quanto meno tentare, anche ad altre compagnie.

Enjoy your flight!